da Gallinacciainfuga | Apr 7, 2021 | Cose di Galline, Fuga
Stamattina ho letto su un giornale online una citazione di una canzone: “Ognuno è figlio della sua sconfitta / Ognuno è libero col suo destino / Butta la chiave e vai in Africa, Celestino!”. Ho cercato il testo della canzone (Dalla, De Gregori) e forse la citazione non è proprio fedele però mi sembrata comunque perfetta. Così mi sono venute in mente altre parole sulla fuga e il sentirsi leggeri, così leggeri da andare, recentemente ascoltate in una serie turca (sì, mi trascrivo poesie e testi dalle serie turche): “In che tempo sono? Sono in un istante, nel suo flusso inafferrabile. In uno strano sogno a colori. Impigliato nella situazione. Neppure le piume portate dal vento sono leggere come me. La mia testa un enorme mulino, la mia anima un viaggiatore sperduto mentre cerca lo scopo del suo viaggio. Come se non avessi radici nel mondo. Mi sento calmo. Blu, sono nel mezzo di un colore blu.” (Ahmet Hamdi Tanpinar). E’ vero che ognuno cerca le parole di cui ha bisogno, che risuonano con quello a cui tendiamo. In ogni caso mentre bevevo il caffè pensavo al mio blu, il mio blu è stato sempre e naturalmente il mare, il mio piano segreto di fuga, neanche tanto segreto. Sono tra coloro che aspettano la fine di questo istante che ci impiglia in una situazione eterna per attuare i suoi i piani di fuga, eh no, per favore non tirate fuori la storia che ci sono persone che da questa situazione di stallo devono imparare, per non parlare di quelli che hanno sofferto, stanno soffrendo, che non ci sono più. Vorrei dire che non è una gara, chi ha imparato doveva imparare, chi non vuole imparare non imparerà, io potrei aver imparato in un altro momento o potrei non avere tutto questo tempo per restare impigliata, esistono le storie collettive e quelle individuali, ma resto e preparo il mio piano di fuga. Quando saremo liberi di muoverci prevedo un’esplosione di piani fuga meticolosamente elaborati in questi mesi, per me la fuga è sopravvivenza, lo è sempre stata, nell’attraversamento io mi acquieto, è una distorsione, uno squilibrio forse, non so non importa, andare mi tira su il morale. La fuga nella distanza, non tanto dalle persone, non sono una che abbandona e non lo considero neppure un merito. E’ proprio che sono così, la dimensione di uscita da me, quella mi attrae, la mia sirena di Ulisse.
Celestino bruciava tutto e andava in Africa, perché non aveva centrato gli obiettivi, la libertà di non aver centrato gli obiettivi è grandiosa, inutile insistere: chiudi la porta di casa e vai in Africa, Celestino!
da Gallinacciainfuga | Mar 31, 2021 | Cose di Galline, Cotidie
Stamattina sono andata da Lidl, da cui ho sviluppato una dipendenza in questa mesi di confinamento, tutto è cominciato seguendo un gruppo di facebook di alimentazione per pazienti oncologici, una delle partecipanti, lamentava il fatto di aver speso per un pezzo di pecorino una cifra da urlo, la nutrizionista, bravissima, che ora ci guida da Miami dove nel frattempo si è trasferita e che non è neppure una grande sostenitrice del biologico, la sgridò dicendole che non c’era assolutamente bisogno di svenarsi per mangiare bene e che lei stessa anche da Lidl aveva trovato dei pecorini buonissimi. Così, fatto un rapido calcolo delle cifre folli che spendevo per mangiare, sono entrata in punta di piedi nel tunnel di Lidl, ho imparato a leggere bene le etichette, ho smesso di frequentare Natura Sì e sviluppato la mia nuova dipendenza.
Avendo anche un supermercato sotto casa, per fortuna non ci vado proprio tutte le settimane e non compro proprio tutto da lì, però mi sono iscritta a un gruppo di Facebook di recensioni di prodotti in vendita da Lidl, quindi sono aggiornatissima. Il problema è che non compro solo roba da mangiare, per cui ho la casa piena di prodotti imperdibili, convenienti e inutili. Sono il segmento di consumo che il marchio insegue: ti convinco con qualche prodotto poi però tu non smetti e so io come non farti smettere, va bene ci sto; del resto questi mesi in qualche modo bisogna passarli.
Stamattina al banchetto di esposizione di fiori c’erano delle piantine in sottovasi a forma di animale, io ho scelto la gallina, naturalmente, e ho preso anche due mazzi di tulipani gialli, perché sto vedendo una serie in cui lui, il mio eroe, torna a casa con un mazzo di tulipani gialli, li ho presi anche perché non ricordo più esattamente da quando non ricevo un mazzo di fiori e rivendicarlo per ottenerli non farebbe lo stesso effetto. Li ho incastrati nella parte superiore del carrello, quella in cui non si dovrebbero mettere i bambini. Così una signora dopo l’altra (solo le signore, perché?) mi ha chiesto dove avrebbe potuto trovarli e io glieli ho indicati, ce ne erano tanti. Fino a quando non ho incontrato una signora che mi ha fermata per consigliarmi di prenderne mazzi in cui il tulipano è più chiuso perché ci mettono poco a piegarsi altrimenti e allora io sono andata a cambiarli ma non ce n’erano più gialli, mi sarei tenuta i miei se non fosse che non volevo dispiacere la signora perché sapevo che l’avrei rincontrata (e infatti così è stato), le avevo detto che li avrei cambiati e quindi ho preso quelli bianchi e quelli bianchi e rosa perché mi sono ricordata di un meraviglioso mazzo di tulipani bianchi ricevuti un giorno (e per i quali vorrei ringraziare G., per i tulipani e per tante altre cose di cui so che non avrò mai modo di ringraziarlo ma che lui sa). Comunque vicino al banco dei fiori c’era una signora che guardava avidamente le piantine con i sottovasi a forma di animale. Sono carine vero?, le ho detto, lei mi ha risposto: Sì, sono carine ma costano 3.90 e ha taciuto ma io ho capito cosa voleva dire. Sono 3.90 per qualcosa di inutile che vorrei io ma per la quale quando torno a casa sarò rimproverata. Normalmente sono una specie di essere asociale e a tratti sociopatico specie in un ambiente come un supermercato, eppure la signora era così tenera che le ho detto: non rinunci signora, sono allegre, è Pasqua, le faranno compagnia. La signora si è illuminata e mi ha detto: mi aiuti a sceglierne una bella come lei. Mi ha detto proprio così e proprio è stata gentile perché io avevo i capelli da strega e i postumi di una settimana non delle migliori, a parte la mascherina che infatti oggi ho indossato volentieri per coprirmi. L’ho scelta con cura e gliel’ho data, mi ha sorriso e io le ho sorriso e le ho augurato Buona Pasqua e poi un’altra signora mi ha chiesto se preferivo il coniglio o la gallina e no signora, la gallina è più bella e tutto questo per dire che Lidl Bari dovrebbe almeno regalarmi un mazzo di tulipani gialli, la prossima volta.
da Gallinacciainfuga | Mar 8, 2021 | TV
La bellezza intensa fa pensare alla morte, per quanto sfuggiamo alla morte nella bellezza, bellezza e morte si richiamano. Nel pensiero della bellezza sfuggente, nel desiderio di intensità, la bellezza è come un abisso, un buco che si ingrandisce e nel quale vorremmo precipitare, tutti e tutti prima o poi ci precipitiamo spingendo proprio lì dove fa più male.
L’unico antidoto a quel dolore è la bruciante passione, la cosa più vicina all’eternità che la natura umana può provare in vita, pare. Ma per quel che dura, per il poco che rimane, per tutto il cumulo di macerie e disperazione che porta dietro di sé, non ne vale la pena. Non a quest’ora, in questo giorno e con l’intensità di questa luce mentre davanti a me tutto urla di blu.
Te lo deve dire un giorno, te lo devo raccontare.
da Gallinacciainfuga | Mar 1, 2021 | In principio fu la luce
“Non preoccuparti, non c’è alcuna fretta Olivia, possiamo vederci dopo o domani o un’altra volta.”
L’ho scampata anche oggi, niente parole sagge e cose giuste da fare, Olivia non verrà, la raggiunge sua madre e deve andare a prenderla in aeroporto. Neppure Al sembra contento, quindi oggi nessuno è contento, peccato perché almeno nella loro contentezza speravo.
Il caldo a quest’ora è forte, sul mio piccolo terrazzo è impossibile stare nonostante l’ombra, sono costretta a rientrare. Mi siedo sul letto e il mare visto dalla penombra mi sembra ancora più azzurro, vedo solo il mare, a sinistra, ma devo sporgermi oltre il letto, le due cupole blu di Oia, poi in lontananza, Imerovigli. Difronte a me la caldera, come se fossi in mare aperto, quando guardo davanti a me ho sempre la bocca un po’ aperta. Potrei dimenticarmi di tutto, potrei credere di essere sempre stata qui. Potrei dimenticare anche di esistere.
MI addormento e mi risveglio, guardo e penso che sarebbe bello morire qui. Mi ricordo di una canzone turca che dice: diventa morte e vieni a prendere la mia anima.
Deve essere l’atmosfera a rendermi così tragica, i colori così forti, sapere di essere appoggiata su un vulcano già esploso. Tu non diverresti morte per venire a prendere la mia anima. E poi non sapresti dove trovarla.
da Gallinacciainfuga | Feb 9, 2021 | In principio fu la luce
Potrei smettere di sottotitolare le conversazioni nella mia mente o in alternativa smettere di conversare, riesco sempre a trovare un pretesto per non conversare e ben presto riuscirò a evitarlo del tutto, non ho più neppure voglia di conversare per dire che devo andare, ho da fare. Non ho da fare è proprio che non voglio parlare. Non so più cosa dire, non c’è niente da dire.
Essere un sasso, stare lì, sentire l’acqua quando la marea è alta, il sole quando è bassa, il vento, il solletico dei licheni. Sentire e basta, non parlare, non rispondere. Non cercare di essere gentile, non cercare di essere spiritosa.
Mentre torno a casa vedo Olivia, mi saluta con la mano, tra un po’ verrà da me e cercherà di convincermi a fare quello che non ho più voglia di fare, mi dirà che è la cosa giusta, ecco perché vorrei essere lei, pensa ancora che ci sia la cosa giusta da fare. La luce forte mi fa venire voglia di essere in penombra, la penombra delle giornate di sole, come spingere il tasto della memoria, come un dolore. Il caldo e il sole, la pelle che brucia e il tuo odore e io che ancora ci penso.
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