Istanbul è una città di cuori infranti (5)

(…)Kemal è l’unico eroe della dizi, l’unico che si riscatta e che mantiene la sua promessa, la promessa del dipendente affettivo per antonomasia: Io ti salverò. Non sempre nelle serie turche la giustizia trionfa, anzi è molto frequente che non accada, in Kara Sevda è evidente che l’amore non salva ma dà un senso alla vita, come accade nelle ossessioni e coerentemente, come nelle ossessioni, non può finire bene.

Non finisce bene anche per la sorella traditrice che si innamora del cattivo, Zeynep, la sorella che mette  la sua passione per Emir davanti a tutto. Sapendo che Emir non la ama e neppure la ammira, che non la considera proprio, sapendo che non lo avrà mai, sapendo di essere la peggiore delle sorelle, sapendo e non riuscendo a fare nulla per fermarsi.

La visione delle serie turche crea un doppio legame, quello del co-dipendente affettivo alla sua droga: le emozioni facili da reperire. E’ lo streaming delle emozioni. Naturalmente fanno meno male, naturalmente sono emozioni disinfettate, senza il danno. Ma il successo del fenomeno è tutto qui.

E comunque ci vuole una certa abilità per riuscire nell’intento, non tutte le dizi ci riescono ma moltissime sì.

Tra tutte le suggestioni che mi hanno regalato le serie turche ce n’è una che non ho ancora del tutto compreso; perché la famiglia è così importante nelle storie turche se poi i mostri in fabula sono quasi sempre i genitori o i fratelli o le sorelle? Gli unici genitori buoni sono quelli morti.

Perché sono sempre le persone che amiamo che ci fanno soffrire? Forse o forse è un’esigenza strategica, per far sviluppare una storia gli sceneggiatori scelgono quasi sempre una o due dimore che sono la location principale e nelle case di solito ci sono le famiglie.

A questo si aggiunge la tendenza, almeno nelle serie, che hanno i turchi di vivere insieme.

Un’altra delle situazioni più incomprensibili per chi come me ha una maggiore esigenza di verosimiglianza: perché vivere insieme e sopportare tante crudeltà quando si può aprire la porta e andare via? Me lo chiedevo ogni 5 minuti mentre guardavo Kara Sevda, eppure ogni volta non era sufficiente la domanda a farmi desistere dalla visione.

Generalmente a impedire la libertà nelle dizi c’è un ricatto, una impossibilità oggettiva, va bene ma non spiega lo stesso il masochismo di certi nostri eroi.

Oppure lo spiega, risuona con il masochismo che è in noi e che forse, si spera, potrà avere un lieto fine, come ce lo meriteremmo noi, ma al posto nostro. (…)

 

 

 

 

 

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Istanbul è una città di cuori infranti 4

Nihan e Kemal (“Non so più dov’è la mia casa”. “Sono io la tua casa”)

Seduta sulla terrazza del bar mentre aspetto che si raffreddi il mio caffè americano, ho visto avvicinarsi un uccellino, non so distinguerli, ma mi è sembrato di quelli più comuni, aveva le piume stropicciate e ho avuto la sensazione precisa che avesse sete, che si sia avvicinato a me per bere, che mi abbia chiesto aiuto, ma è andato via prima che potessi farlo e mi è rimasto vivo il ricordo di quegli occhi imploranti e la sensazione di inutilità e impotenza che mi hanno lasciato. Perdonami, non riesco neppure a dare un po’ d’acqua a un esserino come te. Anzi non perdonarmi, non è il caso.

Se provate a chiedere a chi segue le serie turche, qual è la serie che hanno amato di più,   due su tre  vi diranno Kara Sevda, per ragioni che in parte mi sfuggono, ma vi dirà così: io l’ho cominciata e lasciata infinite volte, poi ripresa e poi lasciata, vista imprecando e poi lasciata ancora e ripresa, dopo aver visto l’ultima puntata su Youtube ho scritto il seguente messaggio: lo sceneggiatore è sadico.

Lo penso tutt’ora. Non dovrei svelare il finale e cercherò di non farlo, ma diciamo pure che conta poco (non è vero ma lo diciamo) comunque questa serie supera la 70 puntate, il cattivissimo Emir è sempre un passo avanti ai nostri eroi, sembra che non vada mai bene niente per i buoni, le tregue sono brevissime, è tutto un susseguirsi di cattiverie e tradimenti di fratelli, sorelle e figure di riferimento, un inferno. Unica certezza: l’amore di Kemal per Nihan, amore infinito, amore cieco (Kara sevda vuol dire amore cieco) amore inverosimile e amore impossibile, naturalmente.

Gran parte degli amori raccontati dalle Dizi (termine che identifica in turco le serie) sono ossessioni, come quella di Emir per Nihan, costretta a sposarlo e a lasciare Kemal perché ricattata da Emir, ma anche Kemal sarà vittima di un amore ossessivo di quella che poi si scoprirà essere la degna sorella pazza di Emir. Non che la sorella di Kemal sia meno pazza, beh forse un po’ meno sì, ma di sicuro anche lei ossessionata da Emir. Non preoccupatevi se non avete capito niente, non è necessario capire, la serie è stata concepita per farvi soffrire. (…)

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