Potrei smettere di sottotitolare le conversazioni nella mia mente o in alternativa smettere di conversare, riesco sempre a trovare un pretesto per non conversare e ben presto riuscirò a evitarlo del tutto, non ho più neppure voglia di conversare per dire che devo andare, ho da fare. Non ho da fare è proprio che non voglio parlare. Non so più cosa dire, non c’è niente da dire.

Essere un sasso, stare lì, sentire l’acqua quando la marea è alta, il sole quando è bassa, il vento, il solletico dei licheni. Sentire e basta, non parlare, non rispondere. Non cercare di essere gentile, non cercare di essere spiritosa.

Mentre torno a casa vedo Olivia, mi saluta con la mano, tra un po’ verrà da me e cercherà di convincermi a fare quello che non ho più voglia di fare, mi dirà che è la cosa giusta, ecco perché vorrei essere lei, pensa ancora che ci sia la cosa giusta da fare. La luce forte mi fa venire voglia di essere in penombra, la penombra delle giornate di sole, come spingere il tasto della memoria, come un dolore. Il caldo e il sole, la pelle che brucia e il tuo odore e io che ancora ci penso.

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