The Affair seconda stagione (attenzione spoiler in caduta libera)

Ieri ho finito di guardare la seconda serie di The Affair e sto ancora cercando di capire quali sono le ragioni per cui questa serie mi piace tanto. Perché è curata nei minimi dettagli, gli attori sono bravissimi. Perché è difficile parlare di relazioni e sentimenti senza essere banali, difficilissimo e The Affair banale non è. Perché i colori freddi e l’atmosfera della serie mi fanno pensare che esiste davvero un luogo con un lobster roll bar, in cui puoi farti servire da Alison o da Cole. Perché c’è tanta acqua. Il mondo parallelo a cui ti affezioni ogni volta che ti appassioni a una serie è destinato a mancarti, ogni volta è così. Infatti ne scrivo nella speranza di trovare qualcuno per continuare a parlarne, che mi dia la sensazione che siano da qualche parte. Perché anche se le storie sono sempre le stesse, i sentimenti sono sempre uguali, la complessità pure, nulla di quello che ho visto è la copia di una copia, perché si possono scrivere cose non originali con un punto di vista originale o semplicemente  con un punto di vista interessante perché non cerca di essere originale. Si può parlare di un love affair qualunque (possiamo pure chiamarle corna) senza dire nulla che sia stato detto o dicendo bene cose già dette. Scrivere d’amore è sempre la cosa più difficile, l’abisso del trash è sempre a un passo. Probabilmente anche gli autori di The Affair non hanno voluto lasciare tutto nelle mani dei sentimenti, avrebbero potuto, ma hanno scelto la chiave del racconto al contrario per svelare il colpevole di un delitto, introducendo però la vittima della  quale non importa a nessuno (le serie migliori hanno inventato la vittima di cui non ci importa nulla), perché di Scotty non importa proprio a nessuno, certo anche Noah nella seconda serie ha rischiato di diventare uno la cui sorte non interessava più nessuno. Invece poi il finale lo salva, quasi. Eppure ci sono ancora alcune cose che non mi sono chiare: Cole non aveva tentato il suicidio e incendiato la casa di Alison? Mi sono persa qualcosa o non ci sono spiegazioni su come si siano salvati entrambi (la casa poi è stata venduta)?

Se quel deficiente di Scotty ha capito chi era il padre del figlio di Alison, come mai Cole non ha neppure accennato al sospetto? Probabilmente la prossima serie partirà da qui, sì ma io nel frattempo come faccio?

 

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Un film meglio di un prozac

Una volta ho letto che un tale a cui fu diagnosticato un cancro si rinchiuse in un albergo con un numero imprecisato (nel senso che non me lo ricordo) di DVD, o forse erano ancora VHS, di commedie e ne riemerse guarito. Se io fossi una persona seria dovrei dirvi dove l’ho letto. Va bene ve lo dico; l’ho letto nel libro di Claudia Rainville, Ogni sintomo è un messagio, mi ricordo che lei faceva il nome di questo  tale, per cui dava la sensazione che si trattasse di qualcosa di verificabile,  naturalmente poteva essere vero che lui ci credesse e che  ci credesse pure lei, ma poteva essere stata sbagliata la diagnosi, potevano essere tante cose. Ma perché mi è venuto in mente? Ah sì, perché cercavo una commedia divertente da vedere e non l’ho trovata, quindi mi sono chiesta quali mai fossero i titoli della terapia del tale in questione, potrebbe essere utile saperlo. In ogni caso, siccome non sono del tutto scema, ho pensato che sì, potrebbe essere utile conoscere la filmografia della terapia ma poi esiste pur sempre il gusto personale. Io per esempio non sono mai riuscita a ridere vedendo Fantozzi ed è sempre stato un grande cruccio per me, io in Fantozzi mi identifico e soffro. Lo so che questo fa di me una insopportabile snob, ma non posso farci nulla. Comunque resta il fatto che sarebbe utile avere un lista pronta per ogni evenienza. In alta Fedeltà, il libro di Nick Horby, il protagonista si rinchiude in casa con dieci VHS, il giorno del suo compleanno, per superare un abbandono, la lista era quella specifica per gli abbandoni. Comunque le liste che contavano davvero in quel libro erano quelle dei pezzi musicali, ora che ci penso. Io farei una lista cumulativa per i momenti tristi (abbandoni, malattie e tristezze sparse) da tenere sempre pronta per l’uso. Probabilmente molti ce l’hanno, io no.

Ci metterei Il Diario di Bridget Jones, Il diavolo veste Prada, Quattro Matrimoni e un funerale, Il Matrimonio del mio Migliore Amico, A qualcuno piace Caldo, tutte le serie di Friends, The Big Bang Theory,  Totò, Peppino e la Malafemmina, Mamma Mia, anzi Mamma Mia lo metterei più volte nell’elenco, ci metterei Good Bye Lenin, Il Favoloso mondo di Amèlie, Chocolat. Sono solo i primi titoli che mi vengono in mente, però ammetto che la lista dei film da vedere nei momenti in cui l’umore è buono e si possono vedere anche i film drammatici o tristi,  è molto, molto più lunga, anche se la dovessi fare immediatamente e senza alcun tipo di ricerca, non finirei mai.

Anzi, se vi vengono in mente titoli per la terapia del buonumore, non teneteveli per voi

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