Oggi ho fatto una cosa che di solito faccio quando sono in vacanza, quindi mi sono presa due ore di vacanza, ho comprato i giornali e mi sono fermata in un bar per un thé. C’era il sole, c’è sempre il sole ormai, dovrei essere contenta, lo so. Ma non lo sono, posso?
Ho aperto il Corriere e letto distrattamente di Obama, Cuba, cosa ne pensa Paz, quello di Fragole e cioccolato (che non ho mai desiderato vedere) non Andrea Pazienza. Leggi cose che avrebbero senso se le avessi lette 30 anni fa.
Poi sono arrivata al Corriere del Mezzogiorno, ho scoperto che sul naufragio della Kater I Rades è stato scritto un libro pubblicato da Feltrinelli nel 2011, devo essermelo perso perché ero a Parigi. Dal libro hanno tratto uno spettacolo teatrale, si parlava di quello, è strano che io non ne sapessi nulla, so tutto sulla Kater I Rades, ho scritto sulla Kater I Rades, ho pubblicato un ebook che si chiama Il Bar a sud est più o meno sull’argomento. Non importa, non ha interessato nessuno, dubito che lo farà ora.
Poi ho chiuso il Corriere e ho aperto Vanity Fair, ho letto la storia di una cinquantenne verameeeente coraggiosa, che prima faceva la giornalista a Milano quando era ancora Milano da bere, poi si è innamorata si è sposata e ha fatto dei figli a Venezia, dove l’unico pericolo era che i figli investissero i gatti sotto la bicicletta. Giuro, era scritto così. Dunque la giornalista che non faceva più la giornalista ma si dedicava alla famiglia, con suo marito decide di lasciare Venezia perché sente come un’inquietudine (giuro era più o meno scritto così) e mentre stanno per trasferirsi, siccome lei e suo marito viticoltore (quanto vorrei sapere il nome della cantina di quest’ uomo…) sono tipi cazzuti, non vanno a Milano come stabilito, ma, oplà, comprano una villetta nel west London, che ci vuole? Giusto un po’ di coraggio e taaanta buona volontà.
Così mi sono ricordata perché non compro più giornali. (E preferisco investire i soldi risparmiati in posti come quelli in foto, a Londra magari, per non essere meno cazzuta…)
Susi, ho appena passato due ore con un tizio passivo aggressivo e sono un fascio di nervi (dopo cerco info per difendersi da tipi così e poi ci scrivo un post). Ma ci tenevo a dire che questi tizi che poi sono andati a Londra, mi fanno andare il sangue al cervello. Ci prendono per il culo. Come campano? Chi gli dà i soldi per stare nel west London ? Prima di andare via vorrei rendere pubblico anche che: IO IL BAR A SUD EST L’HO LETTO quando uscì! Infine, Susi con tutto l’affetto possibile: ma fare qui sul blog una paginetta con i tuoi [tanti] libri pubblicati, no? Dai dai dai. Promuoviti! 🙂
1) come si fa a riconoscere un aggressivo-passivo, no davvero, come si fa?
2) la promozione è un problema per me, non so se si è capito…
3) ci prendono per culo, ovvio…