Stamattina sono andata da Lidl, da cui ho sviluppato una dipendenza in questa mesi di confinamento, tutto è cominciato seguendo un gruppo di facebook di alimentazione per pazienti oncologici, una delle partecipanti,  lamentava il fatto di aver speso per un pezzo di pecorino una cifra da urlo, la nutrizionista, bravissima,  che ora ci guida da Miami dove nel frattempo si è trasferita e che non è neppure una grande sostenitrice del biologico, la sgridò dicendole che non c’era assolutamente bisogno di svenarsi per mangiare bene e che lei stessa anche da Lidl aveva trovato dei pecorini buonissimi. Così, fatto un rapido calcolo delle cifre folli che spendevo per mangiare, sono entrata in punta di piedi nel tunnel di Lidl, ho imparato a leggere bene le etichette, ho smesso di frequentare Natura Sì e sviluppato la mia  nuova dipendenza.

Avendo anche un supermercato sotto casa, per fortuna non ci vado proprio tutte le settimane e non compro proprio tutto da lì, però mi sono iscritta a un gruppo di Facebook di recensioni di prodotti in vendita da Lidl, quindi sono aggiornatissima. Il problema è che non compro solo roba da mangiare, per cui ho la casa piena di prodotti  imperdibili, convenienti e inutili. Sono il segmento di consumo che il marchio insegue: ti convinco con qualche prodotto poi però tu non smetti e so io come non farti smettere, va bene ci sto; del resto questi mesi in qualche modo bisogna passarli.

Stamattina  al banchetto di esposizione di fiori c’erano delle piantine in sottovasi a forma di animale, io ho scelto la gallina, naturalmente, e ho preso anche due mazzi di tulipani gialli, perché sto vedendo una serie in cui lui, il mio eroe, torna a casa con un mazzo di tulipani gialli, li ho presi anche perché non ricordo più esattamente da quando non ricevo un mazzo di fiori e rivendicarlo per ottenerli non farebbe lo stesso effetto. Li ho incastrati nella parte superiore del carrello, quella in cui non si dovrebbero mettere i bambini. Così una signora  dopo l’altra (solo le signore, perché?) mi ha chiesto dove avrebbe potuto trovarli e io glieli ho indicati, ce ne erano tanti. Fino a quando non ho incontrato una signora che mi ha fermata per consigliarmi di prenderne  mazzi in cui il tulipano è più chiuso perché ci mettono poco a piegarsi altrimenti e allora io sono andata a cambiarli ma non ce n’erano più gialli, mi sarei tenuta i miei se non fosse che non volevo dispiacere la signora perché sapevo che l’avrei rincontrata (e infatti così è stato), le avevo detto che li avrei cambiati e quindi ho preso quelli bianchi e quelli bianchi e rosa perché mi sono ricordata di un meraviglioso mazzo di tulipani bianchi ricevuti un giorno (e per i quali vorrei ringraziare G., per i tulipani  e per tante altre cose di cui so che non avrò mai modo di ringraziarlo ma che lui sa). Comunque vicino al banco dei fiori c’era una signora che guardava avidamente le piantine con i sottovasi a forma di animale. Sono carine vero?, le ho detto, lei mi ha risposto: Sì, sono carine ma costano 3.90 e ha taciuto ma io ho capito cosa voleva dire. Sono 3.90 per qualcosa di inutile che vorrei io ma per la quale quando torno a casa sarò rimproverata. Normalmente sono una specie di essere asociale e a tratti sociopatico specie in un ambiente come un supermercato, eppure la signora era così tenera che le ho detto: non rinunci signora, sono allegre, è Pasqua, le faranno compagnia. La signora si è illuminata e mi ha detto: mi aiuti a sceglierne una bella come lei. Mi ha detto proprio così e proprio è stata gentile perché io avevo i capelli da strega e i postumi di una settimana non delle migliori, a parte la mascherina che infatti oggi ho indossato volentieri per coprirmi. L’ho scelta con cura e gliel’ho data, mi ha sorriso e io le ho sorriso e le ho augurato Buona Pasqua e poi un’altra signora mi ha chiesto se preferivo il coniglio o la gallina e no signora, la gallina è più bella e tutto questo per dire che Lidl Bari dovrebbe almeno regalarmi un mazzo di tulipani gialli, la prossima volta.

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