Sulle pareti della mia Breast Unit, ogni anno compaiono visi di donne sorridenti, con didascalie che raccontano la loro forza, la loro vita, tutta la serenità che avvolge la loro esistenza, con una prevalenza del colore rosa anche nel racconto. Comprendo il senso di quel tipo di comunicazione, motivare le donne alla prevenzione perché si guadagneranno il lieto fine.Ovviamente mi sento un po’ presa in giro, ma va bene, suppongo che serva. Per ragioni ancora non chiare del tutto, sono in aumento i casi di tumori al seno metastatico all’esordio, per fortuna la gran parte delle diagnosi si risolvono con un intervento e una radioterapia cosiddetta preventiva seguita da terapia anti ormonale, ma non tutti i tumori al seno sono di tipo ormonale e comunque la terapia anti ormonale non è la passeggiata che il racconto in rosa dipinge, in più c’è la controversa questione delle over diagnosi, che sottopongono donne a trattamenti non necessari. Voglio dire, facciamole le mammografie per carità, meglio sarebbe l’ecografia mammaria,  ma la realtà è che anche la prevenzione è un mito. Sempre una questione di costo – beneficio, di grandi numeri.  Ma viene raccontata come la soluzione.

 

 

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