In “Chiudo la porta e urlo”, a un certo punto Paolo Nori dice che secondo Gianni Celati la felicità è un’invenzione degli americani. Ho pensato a  questa frase  per giorni. Senza dubbio l’ffermazione descrive molto bene Celati e anche la me che amava quel Celati che avrebbe detto cose del genere, ma tornavo e torno a pensarci perché appunto, qualcosa non mi torna. Lo stesso Nori parla della sua felicità domestica come quella di una sera in cui lei (sua moglie, detta anche Togliatti perché vuol sempre aver ragione) va in cucina poi torna e dice: c’è il gelato, vuoi crema o cioccolato? La felicità domestica è quella ed anche forse quella che più si avvicina  alla mia idea di felicità. Quindi forse il concetto di felicità inventato dagli americani si riferisce all’esibizione delle felicità forse, al risvolto sguaiato di qualcosa che visto da fuori sembra  felicità. Celati me lo immagino uno che era felice di passeggiare, così si descriveva lui stesso, e Paolo Nori a cui non è simpatica la felicità, dice, come uno immerso nella felicità domestica di Tolstoj.  I romanzi russi parlano della felicità da prima che gli americani “la inventassero”. Non solo nella Felicità Domestica, in Anna Karenina Kitty e Levin realizzano la felicità. Anna cerca la felicità come individuo e  muore disperata, Kitty e Levin da cui ti aspetteresti un matrimonio infelice, trovano la felicità nella loro vita semplice.

Voglio dire, per riappacificarmi con la frase di Celati riportata da un esperto di letteratura russa, sicuramente il più esperto, che la felicità non è un concetto sguaiato, antipatico.  E mi è venuto in mente proprio pensando alla letteratura russa, amore che condivido con Paolo Nori; lo Starec Kosima, personaggio dei fratelli Karamazov dice (ma cito a memoria) che tutti i più grandi saggi sono stati felici e che non si è mai vicino alla verità, senza essere felici.

Così mi sono riconciliata con la me che amava Celati, con l’antipatia per la felicità di Nori e con la consapevolezza che se avessi letto i romanzi russi prima del mio innamoramento per la letteratura americana,  mi sarei risparmiata un sacco di guai.

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