da Gallinacciainfuga | Nov 10, 2025 | cancro al seno metastatico, Fuga, vivere con il cancro al seno metastaticoo, Yoga
Sto cercando di recuperare un po’ allenamento che nei mesi scorsi ho diminuito causa ristrutturazione da incubo. A parte lo yoga, che se fatto come dovrei mi mantiene centrata e tonica, per cambiare e per rinforzarmi anche in vista di un viaggio che si prospetta impegnativo, bagagli e spostamenti veloci e in totale autonomia, ho pensato bene di aggiungere al mio programma due giorni a settimana di palestra, tapis roulant e attrezzi. Il tapis roulant mi aggrada, ho le cuffie, un po’ di pendenza così evito di sforzare le vertebre lombari, perché l’obiettivo è trovare un equilibrio tra l’allenamento e la stanchezza, tra la terapia e le altre attività della giornata, un equilibrio tra stanchezza che non deve essere troppa e il sonno perché se sono troppo stanca non dormo, insomma un equilibrio dell’equilibrio e tutto un equilibrio sopra la follia e mi sono scocciata anche a parlarne perché mi sono già dilungata molto su questioni laterali e non era di questo che volevo parlare.
La mia pratica di yoga è piuttosto intensa, basterebbe aggiungere alle 2 lezioni settimanali una pratica personale giornaliera e soprattutto la meditazione perché so quanto bene mi fa e come mi fa sentire e quanto mi serve per non perdere la testa. Ma niente, giorno dopo giorno rimando e così visto che evidentemente sono in una fase più attiva che meditativa, ho deciso che andrò in palestra. In realtà ho appena cominciato, ci sono stata sabato e sono arrivata all’apertura pensando che essendo sabato, sarebbe stata presa d’assalto. Invece no, tutto sommato. Quindi mi sono detta, torno domani. Invece non ci sono tornata, vado domani mi sono detta, è lunedì ci sarà poca gente, così sono uscita di casa con cuffia, cappotto e pronta ad aggredire il tapis roulant (va bene, sto esagerando), concentrata e odiosa, distaccata dal resto del mondo (la cuffia aiuta moltisssssimo), ho lasciato la borsa, il cappotto nello spogliatoio, messo la fascia di cotone sui capelli, indossato nuovamente la cuffia e mi sono trovata tipo al mercato generale.
Sono uscita di casa con i sensi di colpa, posso andare di lunedì mattina in palestra mentre la gente lavora. La gente non lavora il lunedì mattina, è in palestra. In piscina anche ma di certo non lavora. E non era nemmeno presto come sabato e c’era la fila per gli attrezzi e pure la piscina che di solito guardo mentre sono sul tapis roulant e che sabato almeno fino alle 10 era vuota, sembrava il mercato del sabato a Ostuni la settimana di ferragosto.
da Gallinacciainfuga | Ott 30, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Yoga
La lezione di yoga di stamattina mi ha ricordato quella questione secondo cui la strada non la vedi prima di incominciarla. La butto lì ma è una questione molto seria. Quando inizi a camminare, la strada appare, la chiarezza non viene prima dell’azione, deriva dall’azione (Rumi). É più o meno la stessa ragione per cui è inutile cercare di predire il futuro, anche questa l’ho buttata lì ma se ne potrebbe parlare per mesi. Poi però c’è la questione della statistica, non si può predire il futuro, non sai mai cosa può succedere prima che le cose accadano ma c’è anche la statistica. La stima. E quella è previsione, non solo, può essere una buona previsione. La salvezza è tutta nell’errore, nel margine di errore della previsione. Comunque stamattina sono arrivata a lezione di Yoga sfinita ed erano le 9 del mattino. Siccome sono arrivata prima, mi sono stesa sul tappetino, ho incrociato le gambe sul busto per distendere gli addominali e ho pensato che se mi sentivo così prima di cominciare e se il dolore lombare cominciava prima di una giornata in cui potevo essere giustificatamente stanca, forse dovevo fermarmi, forse dovevo smetterla di sfidare stanchezza, statistica, scienza e fantascienza. Poi è cominciata la lezione, non ci ho pensato più a alla fine non avevo più dolori. Avevo solo bisogno di una lezione di Yoga in cui lavorare tanto e di vedere come va a finire quando il buon senso mi dice che mi devo fermare. Il buonsenso non vede mai come va a finire.
da Gallinacciainfuga | Ott 28, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Cotidie, yoga
Dopo la lezione di yoga, sono andata al supermercato vicino casa, l’intento era prendere la lattuga e le pere. Ma siccome poi ho visto il cipollotto fresco, ho pensato ne prendo un po’ e faccio i cipollotti gratinati. Ho preso anche qualcos’altro e poi mi sono avviata alla cassa. Le cassiere del supermercato sotto casa, come quelle di tutti i supermercati credo, non sono tutte simpatiche ma io per fortuna ho scelto di fare la fila da una di quelle più gentili. Mentre ero in coda ho ascoltato un messaggio che mi ha un po’ innervosita e mentre lo ascoltavo pensavo che in genere mi innervosiscono le persone in coda alla cassa che trafficano con il telefono e che io finisco sempre col fare cose che mi innervosiscono se le fanno gli altri, pensiero che è servito a farmi innervosire ulteriormente. Comunque è arrivato il mio turno, ho messo i miei oggetti sul nastro, ho tirato fuori dei soldi che avevo messo in fretta in tasca prima di uscire e mentre mi accingevo a pagare, la cassiera mi ha chiesto quanti pezzi di cipollotto avessi preso. Come quanti pezzi? Sì il prezzo è al pezzo. Ah scusa, le ho detto, ho visto che c’era il codice e ho pensato fosse al kg. Mi ha guardato come si guarda una mentecatta, ancora non aveva deciso se ci stavo provando e ero particolarmente svampita, quando poi tirando i soldi dalla tasca le ho detto guarda ho solo questi, sono uscita senza borsa per andare a Yoga, mi ha guardato decidendo che oltre a provarci ero pure scema e le stavo facendo perdere tempo e pazienza. Comunque mortificata e facendole togliere uno dei famosi pezzi di cipollotto visto che i soldi non mi bastavano, ho pagato e sono sparita velocemente. Avviandomi verso l’uscita, ho visto una delle commesse venire verso di me, mentre la cassiera di prima, insieme agli altri cassieri, mi guardava. La commessa mi ha detto: guardi signora non può portare fuori il carrellino. A quel punto, sopraffatta dagli sguardi perplessi, ho farfugliato qualcosa sapendo che non avrebbe creduto al fatto che io non intendevo portare via il carrellino e che semplicemente non me ne ero resa conto, sono uscita velocemente. Pensando che in quel supermercato non potrò tornarci mai più e che è un vero peccato perché è proprio sotto casa e quindi molto comodo. Comunque da domani Numeri Primi o Famila, non posso tornare alla Coop.
da Gallinacciainfuga | Gen 17, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Come sanno tutti i distratti, ci si perde molto quando si è presi solo dai dettagli, ma come sanno gli ex distratti come me, ci si concentra sui dettagli per sopportare il tutto e per attraversare il tempo con meno angoscia. Quando riusciamo a recuperare l’attenzione, la presenza nel qui e ora come insegna lo yoga e come insegnano quasi tutte le discipline fin dal mondo antico (Hic et nunc) conquistiamo un super potere, che non è il controllo della realtà e degli altri, ma esattamente l’opposto, la capacità di leggere e decodificare solo attraverso l’osservazione, in un certo senso ci si libera dalla necessità di restare in attesa delle risposte, delle conferme. Io lo faccio come esercizio, mi chiedo come si evolverà una situazione, me lo chiedo in base alla mia osservazione il più possibile onesta, priva di pregiudizi e di preconcetti ma ho i miei elementi per valutare, li abbiamo tutti, se sappiamo osservare. Mantenere la concentrazione e aspettare, il tempo svela. Non ha nulla a che fare con il giudizio, piuttosto sulla capacità umana, tutta umana, di comprendere senza affidarsi all’oracolo.
da Gallinacciainfuga | Gen 14, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Ho ripreso a fare Yoga nonostante il dolore, devo dire che è stata una buona idea. Non è che il dolore sia magicamente sparito, solo che mi dà sempre fiducia riuscire ad andare avanti nonostante i i pesi che mi trascinano giù, penso che la vita sia questo, andare avanti nonostante il vento contrario ed è un’esperienza che riguarda tutti. A Bari c’è una meravigliosa espressione che riassume il senso dell’andare avanti e della progressione mentre si cerca di acchiappare ciò che ci sfugge, ciò che ci sta sfuggendo dalle mani mentre si è in movimento, un modo di dire che riassume necessità di tirare avanti e capacità di farlo, nonostante tutto, l’espressione è: Aundann Auandann. Io la trovo geniale. La traduzione letterale è “acchiappando acchiappando” ma l’immagine che evoca è più forte, è quella di un funambolo che schiva oggetti che gli vengono scaraventati addosso mentre raccoglie doveri che sfuggono, bambini che corrono, oggetti che inesorabilmente cadono, mentre si va avanti. Praticamente la mia vita, praticamente la vita di tutti, solo che questa espressione me la rende visibile. A fine mese saprò se il dolore è il seguito della micro frattura dello scorso anno perché mi sono affaticata più del dovuto (plausibile) oppure una progressione della malattia (altrettanto plausibile) in ogni caso si farà quello che si deve e si proseguirà, auandann auandann.
da Gallinacciainfuga | Gen 12, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Volevo cominciare la giornata con un bel post sull’attenzione, su quel che regala e soprattutto su cosa insegna lo yoga sull’attenzione. Ma è una giornata piovosa e fredda e io sono metereopatica. No, non è vero. A me le giornate di pioggia piacciono così come mi piace stare al caldo mentre fuori fa freddo. E’ proprio che oggi non riesco a vedere oltre le nuvole. Capita, non a caso il lunedì dell’ultima settimana di gennaio è il blue monday, ovvero il giorno in cui gli stati depressivi o le semplici malinconie raggiungono lo zenith. Perché l’inverno è ancora lungo, la luce ancora poca, le vacanze lontanissime. Durante gli anni dell’Università, quando motivi per essere triste ne avevo davvero pochissimi, ma la vita bisognerebbe viverla al contrario come Benjamin Button insegna, il mese in cui decidevo di lasciare l’università e Bologna, era sempre febbraio, passava febbraio e non ci pensavo più, così il terzo anno cominciai a capire che ci doveva essere una connessione tra la mia tristezza e il freddo e quindi smisi di lamentarmi e di intristirmi, almeno a febbraio.
Quindi sono metereopatica o no? Non interessa a nessuno lo so, ma io sono qui per capirmi, quindi interessa a me. Probabilmente la mancanza di luce influisce sull’umore di tutti e per non risentirne bisogna che incroci situazioni di felicità assoluta, praticamente è più facile vincere la lotteria.
Oggi sento forte la stanchezza di dover sempre motivarmi e non ho voglia di trovare mezze felicità, nuove strategie per giustificare né me stessa né le ovvie meschinità umane, non voglio trovare ragioni per sopportare ferite aperte e dolori inestinguibili. Posso? Non ho voglia di ripercorrere ragioni non mie e farmi carico di tossicità altrui, relazioni insanabili e giustificazioni d’accatto. Sono come sono, siete come siete. Ognuno per sé e dio per tutti, va bene così?
Stanchezza da mancanza di luce, si potrebbe dire. Vorrei lasciare andare le persone che mi riportano indietro, sempre, ostinatamente.
(Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l’altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fosse fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. H. Murakami)
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