I giorni in cui precipitiamo nel caos (capitano a tutti) sono proprio quelli in cui vorresti applicarti per capire tutte le leggi che il caos lo dominano, tutto avviene con una precisione scientifica, paradossalmente, succede così a tutti, quasi; il giorno del caos è quello in cui decidi di attrezzarti e di padroneggiare  tutti gli strumenti a tua disposizione ma anche non a tua disposizione, purché esistenti, per vincere. Poi capisci che con il caos non si vince, ma ci vuole del tempo, anzi,  che dominare non ha nulla a che vedere con la competizione e la lotta. “La risposta è dentro di te ma la domanda è sbagliata”, diceva il personaggio di Guzzanti. Anche questo lo capisci molto dopo, l’importanza di farti le domande giuste. Io ho cercato di dominare il caos (e ancora cerco di farlo) partendo dal principio e liberandomi di ogni tipo di struttura intellettuale, come quando si comincia a camminare senza scarpe e senza calze, all’inizio è piacevole, poi può essere scomodo, puoi avere freddo, può non essere sicuro, ma intanto tu sei in giro a piedi nudi.

Ecco io questo anno ho girato scalza, metaforicamente, ho imparato a leggere i tarocchi (più o meno),  vari tipi di meditazioni, molte tecniche di respirazione e ho iniziato a praticare yoga, a pettinare l’aura (non ridete) a nuotare in piscina, a sentirmi parte di un mondo più complesso di cui io non vedo che l’inizio, solo un bagliore lontano che mi attira. Ma sono attratta da tutto ciò che imparo e sto imparando, come se cominciassi da capo e imparassi ora a leggere e a scrivere, così apprendo cose nuove e meravigliose. In alcuni momenti mi dico che è un peccato averle scoperte così tardi, in altri mi sembra un momento perfetto. Come se fossi in un momento di grazia.

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